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mercoledì 6 novembre 2013

RISCOPRIAMO LA VITA CON LEZIONI PARTICOLARI SULLA MORTE


Un mondo buddhista, tanti foglietti colorati, domande essenziali .... impariamo a conoscere dal professore Tetsuya Urakami, un prete buddhista di 39 anni  l'ultimo atto che ci accomuna tutti.

Il professore Urakam tiene delle lezioni sulla morte ma per scoprire la vita.


Questo articolo l'ho letto poco tempo addietro e mi ha colpito tantissimo, l'ho trovato molto molto bello.
Senz'altro ci saranno persone che lo conoscono già (autore Silvio Piersanti) ma  ad altre che non lo hanno avuto sotto mano voglio trasmettere  qui di seguito per queste ultime un concentrato dello stesso.
Mi farebbe piacere sentire anche i vostri pareri sul mio blog.


Tokyo.
Le lezioni settimanali di novanta minuti che svolge il Prof. Urakami si intitolano "Shi no Taken Ryoko che significa "Un viaggio nell'esperienza della morte  registrano sempre un tutto esaurito.

Immaginiamo di  sedere fra i trenta partecipanti.
Stiamo per vivere un'esperienza che cambierà il nostro approccio all'unico problema insolubile di ciascun essere umano: la propria morte.

La lezione inizia con un inchino e la distribuzione ad ogni partecipante di una matita e 20 foglietti di carta della grandezza di un biglietto da visita: bianchi, azzurri, rosa, gialli, cinque per ogni colore.



Il prete ora chiede di scrivere sui foglietti bianchi - una per ogni foglietto - senza riflettere a lungo le cinque cose che riteniamo piu imporanti per noi.
Sui folglietti azzurri le cinque cose che più amiamo nella natura.
Sui folglietti rosa le cinque  attività fisiche che più amiamo. (anche il sesso, se non mentite a voi stessi...)
E nfine indicare sui rimanenti cinque foglietti gialli - e qui cominciano i tormenti  di noi che scriviamo - i nomi delle cinque persone che più amiamo.

La selezione che noi stessi abbiamo appena fatto, ci soprende non poco!
Persone che abbiamo ritenuto e considerate sempre a noi carissime: nonni, amici di una vita, parenti stretti, non le abbiamo inserite tre le cinque persone a noi più care.



"Adesso aprite gli occhi, scegliete la carta con la cosa che pensate di poter perdere senza troppo soffrire, accartocciatela e gettatela sul pavimento."

Come mai ci chiediamo? 
Ma non ci sono ripensamenti , il ritmo del prete è volutamente sostenuto. Non permette di riflettere troppo su scelte di massima importanza.
I foglietti devono essere compilati in un massimo di un quarto d'ora!

Nell'insieme non siamo  quasi mai soddisfatti delle nostre scelte....

Il severo e carismatico officiante ora ci prega di tenere aperti i foglietti davanti a noi, come le carte di un solitario, di chiudere gli occhi, di respirare profondamente e ascoltare le sue parole 

"la storia di cui vi parlerò è come se fosse la vostra storia o quella di qualcuno che è esattamente come voi:

Questa donna ha una vita soddisfacente, ha una casa, un marito e dei figli adorabili. Niente nuvoloni all'orizzonte, qualche nuvoletta, ma quella ce l'hanno quasi tutti.


Mentre sta con i suoi cari improvvisamente percepisce una pesantezza alla testa. Cerca di non pensarci ma quella sensazione va avanti per giorni. Anzi aumenta......
Si reca allora con suo marito da uno specialista.
Si sospetta un tumore.
Deve ricoverarsi. Sente che sta iniziando a perdere qualcosa...

"Adesso aprite gli occhi, scegliete la carta con la cosa che pensate di poter perdere senza troppo soffrire, accartocciatela e buttatela sul pavimento."

Noi dobbiamo decidere presto in quale categoria prendere la prima carta.

Scartiamo subito i foglietti gialli con i nomi delle persone amate.
Rimangono le cose materiali, le attività e la natura.
Allora decidiamo di prendere il foglietto bianco con scritto "l'automobile" e lo appallottoliamo e lo gettiamo ai nostri piedi.

L'officiante ora riprende il suo racconto interrotto....
"Dopo molteplici controlli viene confermata la diagnosi e la donna viene operata.
Viene sottoposta ad una pesante chemioterapia."

Ad ogni visita di controllo, ad ogni sviluppo della malattia, ad ogni crisi di angoscia, il prete interrompe brevemente il racconto per chiederci di gettare per terra altre carte accompagnando in maniera adeguata con le nostre rinunce simboliche quelle reali della malata.

Via la casa, via la montagna, via il mare, il cibo..., il sesso...., tutto il nostro mondo finisce appallottolato ai nostri piedi.... 




Il pavimento ora è quasi interamente coperto di biglietti colorati, ma mancano quelli gialli che sono ancora ben allineati davanti a noi, come missili sulle loro rampe, pronti ad essere lanciati con la loro carica distuttiva.

Il prete implacabile, continua...." La donna deve sottoporsi ad un secondo disperto intrvento chirurgico."

Noi dobbiamo gettare altri foglietti....
Ormai ci sono rimasti solo quelli gialli.....

La donna si ostina a combattere la sua malattia .... non vuole arrendersi, non ha quasi più nulla....

Anche noi  dobbiamo scartare altri foglietti che non vorremmo mai scartare. 
Ora  ognuno è una persona a noi  cara che se ne va......
Prima la nonna, poi il fratello..... rimangono tre foglietti gialli: il marito, il figlio, la figlia......

Ci arrendiamo, ci alziamo dalle sedie e usciamo come da un incubo.... Ci guardiamo uno con l'altro e i visi dei nostri compagni ci testimoniano che per tutti è stata un'esperienza profondamente traumatica.....

Ci congediamo dal sacerdote e rentriamo nel nostro mondo.....

Sono stati in tutto 90 minuti di vertiginosa discesa libera negli abissi della nostra psiche.




Poi il paracadute di è aperto e abbiamo riacquistato il vero valore di tutto ciò che possediamo e degli affetti veri che arricchiscono la nostra vita.
Abbiamo capito che bene e male, vita e morte, sono inscindibili.



La sofferenza nasce dal possesso.

Riprendiamo la nostra vita quotidiana. Nulla è cambiato se non il nostro modo di vederla: non permettete più che vi appaia piattamente ripetitiva.




Che ne pensate? Vorrei avere i vostri pareri e ve ne sono grata fin d'ora.