E' chiamato anche il
gelsomino di S. Giuseppe o gelsomino d'inverno, perché inizia a fiorire quando molte piante sono ancora in dormienza.
Appare all'improvviso, quando meno te lo aspetti, con la temperatura ancora rigida e le giornate brevi.
Originario della
Cina, questo arbusto sarmentoso a foglie caduche è composto da un intrico di rametti verde scuro. Verso la fine
dell'inverno regala una splendida fioritura, con miriadi di fiorellini dorati che si aprono prima delle foglie.
Cresce rapidamente e si sviluppa con generosità. Potete tenerlo sul vostro terrazzo: può raggiungere anche i
tre metri di altezza. Io ne possiedo uno ed è una gioia vedere quella
macchia gialla, alquanto fuori stagione, mentre mangiamo in sala!
Se si vuole dargli una
forma compatta, è meglio potarlo subito dopo la fioritura, se invece preferite lasciarlo libero e selvaggio, basterà appoggiarlo ad un robusto sostegno oppure usarlo come tappezzante sul muro a secco.
Ha poche esigenze, cresce bene in qualsiasi terreno, prediligendo però quelli mediamente
compatti, che contengono sabbia, limo e argilla.
Gli piace il sole, ma fiorisce anche a mezz'ombra.
Come ho detto sopra è una pianta
adatta ai terrazzi, non teme il freddo, e non ha bisogno di
innaffiature frequenti.
Per evitare che cresca in modo disordinato
, va potato ogni 3/4 anni, eliminando i rametti secchi e tagliando gli altri ca
15 cm da terra.
La forsizia, nuvole di allegria
Se il
gelsomino d'inverno è ideale per abbellire le balaustre, i muretti e i terrazzi,
fra le siepi dominano le forsizie.
Esse sono chiamate così in onore di
William Forsyth (1737-18o4), botanico scozzese, giardiniere di Re Giorgio II e membro fondatore della
Royal Horticultural Society.
Queste piante allegre e
resistenti sbocciano anch'esse
a fine inverno con nuvole di fiori.
La specie più nota è la
Forsytia x intermedia, un ibrido di Forsytia suspensa e Forsytia viridissima (entrambe originarie della Cina).
E' una pianta
rustica, che tollera lo smog e regge bene sia i rigori dell'inverno che la calura dell'estate.
Grazie alla sua resistenza all'inquinamento, è senza dubbio uno degli arbusti più adatti a vivere nei giardini della città.
Le
forsizie amano il sole, quindi evitate di metterle all'ombra, potreste rimanere delusi dalla scarsiutà dei suoi fiori.
Crescono in qualsiasi
tipo di terreno, ma patiscono sia l'eccesso d'acqua, che nei vasi può creare dannosi ristagni, sia la siccità prolungata.
Meglio quindi coltivarle in
substrato ricco e ben drenato e bagnarle con una certa regolarità.
La potatura si effettua solo
dopo la fioritura, accorciando i rami sfioriti ed eliminando quelli senza gemme.
La mimosa, il fiore per festeggiare la donna!
Subito dopo le
forsizie arrivano le delicate mimose.
Appartenenti al genere delle
acacie, che raggruppa circa 450 specie, queste piante sono native delle
regioni tropicali dell'Africa e Australia, dove sono il simbolo floreale della nazione.
Si racconta che
Cook e i suoi compagni di viaggio, quando nella seconda metà del 700 arrivarono in vista delle coste australiane, rimasero incantati dalle acacie in fiore.
In
Europa le mimose vivono bene nelle ragioni mediterranee e sui laghi, dove il clima è mite.
La
specie più conosciuta è Acacia dealbata, chiamata anche
mimosa dei fioristi.
Proprio quella che, l'
8 marzo, con i suoi rametti grigio-verdi carichi di boccioli, è simbolo della
Festa della donna.
Vi sono anche altre varietà, forse meno comuni, ma di
grande bellezza. Fra queste la più raffinata è
Clair de lune, con il suo
alone di stelline che ricorda proprio un romantico chiaro di luna.
Il loro terreno ideale è r
icco e permeabile.
Al momento della piantumazione meglio fare una buona buca abbastanza profonda e dare alle piante giovani annaffiatura regolare e buona concimazione, con letame maturo o concime bilanciato con azoto, fosforo e potassio.
Per mitigare
il rischio di gelate, è bene piantarle in angoli riparati dal vento, addossandole a un muro esposto a mezzogiorno : saranno protette dal freddo e dal pericolo di scosciature sul fogliame se dovesse nevicare.
Il gelo può danneggiare i rami più esposti, ma l'anno successivo dal tronco nasceranno nuovi getti.
La potura, leggera, va fatta dopo la fioritura.
La curiosità
La Mimosa pudica, ovvero l'arte (rosa) di scomparire
Negli orti botanici e nei garden, capita di vedere una
delicata mimosa rosa. Sensibilissima, con foglie sottili e minute che si ripiegano su se stesse appena qualcuno le sfiora, la Mimosa pudica si difende dai pericoli con uno stratagemma.
Basta un colpo d'aria o una porta che sbatte a suscitare la ritrosia di questa
pianta sensitiva.
Nei paesi tropicali, dove è una specie autoctona apprezzata dal bestiame, si assiste ad
una metamorfosi curiosa: quando le mandrie si accostano ai campi di mimose, queste si traformano all'improvviso in sterpeti senza vita.
Non appena le bestie se ne vanno, le piante si rianimano e in pochi minuti riacquistano bellezza e turgore.
Il colore giallo nei fiori
Derivato dai
carotenoidi, pigmenti presenti sin dai tempi remoti nei tessuti vegetali,
il giallo è con ogni probabilità il più antico dei colori.
Insieme con il
profumo, era l'elemento più riconoscibile dai primi
insetti impollinatori, non ancora dotati di strutture ottiche perfezionate.
Così botanici ed entomologi spiegano l'
esplosione di questa tintarella solare che, tra febbraio e marzo,
inonda prati e giardini.
Per la verità si comincia ancora prima, a gennaio con la
fioritura del
calicanto
.
Per la fragranza dei suoi
calicetti dall'
aspetto ceroso, che contornano di giallo tenue il cuore vermiglio del fiore, il Chimonanthus praecox, che in greco significa "
fiore d'inverno", merita un posto d'onore vicino alla casa.
L'
essenza, simile a quella del giacinto, si diffonde oltre che dai fior, dalla stessa corteccia, quasi a richiamare con insistenza gli insetti.
L'amamelide (Hamamelis mollis)
E' un cespuglio
davvero singolare che illumina i giardini fra gennaio e febbraio con le sue strane corolle dorate.
In Francia e in Gran Bretagna viene chiamato Nocciolo delle streghe per la forma dei fiori che, riuniti a nastri, ricordano la testa scarmigliata di una strega.
Le maonie (Mahonia aquifolium)
Sono arbusti facilissimi, con tre
caratteristiche interessanti: la ricca fioritura, con tanti boccioli gialli riuniti in folti racemi, le bacche autunnali molto decorative azzurro cobalto e le foglie che d'inverno prendono piacevoli sfumature ramate.
Primule, ranuncoli o botton d'oro, tarasacchi o denti di leone
Dai tarasacchi si originano i famosi
soffioni!
Ma all'inizio della
primavera il giallo invade anche i prati e i campi che si riempiono dei fiori di cui qui sopra le immagini.
Penso che ora - grazie anche al mensile "News" osserviate con più attenzione le macchie gialle che vi si presentano e con soddisfazione potrete dire anche i loro nomi e un po' della loro storia.