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venerdì 27 aprile 2012

LE FARFALLE

LE   FARFALLE,  UN DONO !


Lo sapevate che esiste una " Casa delle Farfalle"?

Sono stata tempo addietro a Montegrotto, località termale in provincia di Padova, e ho avuto la possibilità di vedere, in un habitat naturale,  centinaia di farfalle provenienti da ogni parte del mondo di tutti i tipi e colori che volano in piena libertà!

L'entomologo Enzo Moretto, intervistato da  Piero Poggio, ha fondato nel 1988,  più di venti anni fa , la "Casa delle Farfalle". Egli mise insieme nel 1974  un progetto ecosistemico che vedeva in un ambiente come una serra la riproduzione di una foresta tropicale con le farfalle, utilizzando la risorsa termale euganea. 
E riuscì nel suo progetto e oggi nel mondo le strutture esistenti con questa età sono pochissime.


La mia esperienza è stata unica!

Almeno 500 esemplari multicolori, a volte superano anche i 700. Si trovano in tre grandi giardini esotici, si nutrono sui fiori, svolazzano, si accoppiano e si riproducono.

Si possono così ammirare degli esemplari che non ci sarebbe possibile vedere se non in altre latitudini.

Qui si può assistere alle varie fasi dello sviluppo dell'insetto, dalla deposizione delle uova alla formazione del bruco e della crisalide, fino alla nascita della farfalla.


Ci sono farfalle diurne e notturne: le falene e i trucchi, come il mimetismo, che le farfalle adottano per la loro sopravvivenza.
Si viene così a conoscere da vicino il comportamento di tali insetti ed è una cosa veramente unica!


La vita delle farfalle è breve. la vita media di un adulto di farfalla varia da uno a due giorni e raramente arriva alla settimana, solo alcuni individui possono vivere un mese e anche oltre.

Ho potuto vedere le farfalle Monarca



Queste farfalle sorvolano interi continenti e riescono a ritrovarsi in alcuni habitat individuati nel corso della loro evoluzione millenaria.

I loro colori, marrone, rossiccio, bordi neri e bianchi, hanno un preciso scopo di difesa, quello di avvisare gli eventuali predatori che sono tossiche: esse infatti, si nutrono di un'erba che contiene un'alcaloide velenoso.

Nella "Casa delle farfalle" esse sono innumerevoli, fra queste le farfalle Idea



le farfalle Morpho


le farfalle Cedronella


Le farfalle sono tutte bellissime!!!


Quelle che mi sono piaciute di più, oltre alla Morpho blu sono le Cethosia 




e le Melpomene




Comunque le farfalle sono proprio belle tutte, si fa quasi fatica a sceglierne una o due...
Vi consiglio, se vi capita, di andare a visitare questa " Casa "  particolare, farete un'esperienza unica!| 

lunedì 23 aprile 2012

43ma. GIORNATA DEDICATA AL NOSTRO PIANETA

DOMENICA 22 APRILE 2012 :  42MA. GIORNATA DEDICATA AL NOSTRO PIANETA:


FESTA DELLA TERRA!



Un grido unanime : "Salviamo il nostro pianeta"!
Rosalaura Romeo del  Dipartimento Forestale della Fao dice: "La relazione tra foreste, fame e povertà è molto stretta. Credo che la  c o n s a p e v o l e z z a  del fatto che non ci sia un altro pianeta stia crescendo in tutti i Paesi del mondo".


Se un albero potesse parlare, ci direbbe: " Noi vi diamo ossigeno, carbonio,  cibo, natura, bellezza, il valore culturale e paesaggistico, ispiriamo gli esseri umani a gratificare qualcosa o qualcuno di Superiore, e non per ultimo siamo dei veri e propri ecosistemi.
Pensiamo a tutti gli insetti e alle migliaia di specie di uccelli che pazientemente costruiscono il loro nido sui nostri rami;  pertanto siamo una vera risorsa viva, solo se voi ci garantite il nostro futuro!"

La "giornata della terra" è stata proclamata per la prima volta a San Francisco nel 1969 con lo scopo preciso di far crescere la consapevolezza della responsabilità dell'uomo nel preservare tutti gli ecosistemi terrestri.

Tale Festa coinvolgerà quest'anno 500 milioni di persone in ben  più di 175 Paesi.
L'obiettivo è quello di portare un miliardo di " piccole azioni verdi " al summit delle Nazioni Unite.

Il traguardo di mille milioni di azioni concrete, individuali o di gruppo, per ridurre il nostro impatto sul Pianeta, è una cosa considerevole!
Questa ondata di buoni propositi può anche far sorridere, eppure l'attivismo delle masse per rendere la nostra vita più sostenibile sta veramente cominciando a cambiare il nostro mondo!

Nel nostro piccolo, ognuno di noi deve cercare di essere parte attiva con piccoli gesti quotidiani che possono realmente cambiare il mondo che ci circonda.

Per esempio, tornando alle nostre piante, fate capire ai vostri bambini che l'Italia è uno dei maggiori importatori di legno favorendo molto questo commercio.... se solo si fermassero i processi di taglio delle foreste tropicali potremmo contribuire alla riduzione di emissioni di carbonio che fanno così male al clima di tutta la terra!!!!

Risparmiamo l'acqua!
Io personalmente ho avuto un'esperienza di mancanza d'acqua per più di 18 ore tutti i giorni, quando esattamente 15 anni fa andai ospite in un appartamento del meridione nel periodo estivo.
Un disagio che mi fa riflettere ogni giorno quando apro il rubinetto di casa mia......

Il sorpasso economico delle rinnovabili sul diesel porta con se il significato che le Nazioni del Terzo mondo avranno l'elettrificazione di massa senza attendere reti di distribuzione e grandi centrali elettriche e, grande cosa, senza destabilizzare ulteriormente il clima.


Le proposte fatte, e speriamo siano anche mantenute, sono state tante:

produrre energia dal liquame, mezzi pubblici gratis per ridurre l'inquinamento, vestiti ecologici, case a impatto zero, produrre e vendere elettricità in casa, il riciclo, la raccolta differenziata dei rifiuti, ridurre il consumo idrico, ecc.

Altre iniziative di Earth Day Italia sono la creazione di un Osservatorio ambientale per monitorare le zone verdi con una campagna fotografica, la pulizia delle aree verdi con gli scout e la raccolta fondi "adotta un animale" con il Bioparco di Roma.


Cominciamo anche noi, se non l'abbiamo già fatto, con piccolissimi gesti  a tenere pulito e verde il nostro
habitat!







  









sabato 21 aprile 2012

ORITTEROPO

ORITTEROPO,  UN MAMMIFERO ORFANELLO




Ultimamente ho letto un articoletto (di Danilo Mainardi) su questo mammifero, che  mi ha molto colpito! 
Ve lo voglio raccontare qui di seguito, perchè non credo che lo abbiate letto tutti.

Cosa vuol dire oritteropo?

Orittopero vuol dire dal greco "piede scavatore ".




E' un bestione e si aggira di notte per l'Africa subsahariana scavando e cercando termiti di cui è ghiotto; è poco noto e, soprattutto, assai diverso da qualsiasi altro mammifero.
Il suo peso si aggira sul quintale, è tutto glabro, rosa ed ha grandi orecchie che svolazzano.
Il suo capo ha un lunghissimo muso chiuso da una specie di disco in cui si aprono le narici.
La coda è tozza e robusta alla base ma poi si assottiglia e gli arti posteriori sono più lunghi degli anteriori e questi ultimi hanno dita unghiute per poter scavare.

Ora, lo scorso gennaio nello zoo di Anversa è nata una piccola oritteropina, di ben più di un chilo di peso.
Niente male !  E' stata chiamata Nuru.




Nuru sta benissimo, gioca e corre. La sua mamma l'allatta al seno e ormai ha superato i cinque chili!

Il lieto evento è decisamente raro e questo mammifero non ha parenti al mondo. La sua storia evolutiva è una sequenza di estinzioni che gli ha fatto il vuoto intorno.
Ecco perchè è diverso da tutti gli altri mammiferi!



Ora, penso, che quasi tutti i bambini di Anversa siano andati a vederlo ed abbiano fatto conoscenza con un animaletto così piccolo e così particolare

Se anche voi capitate da quelle parti..... mi raccomando non dimenticate una visita allo zoo!!!!!



giovedì 19 aprile 2012

A TUTTI I GENITORI

A TUTTI   I   GENITORI

A volte ci sentiamo rimproverare dai figli, una volta cresciuti, quello che avremmo dovuto fare e, in buona fede, non abbiamo fatto o abbiamo sbagliato di fare.......o non eravamo in grado di fare....
Oppure chiederci il "perché" abbiamo agito in quel modo, invece che in un altro.......

Questa "forma di rimprovero" è stata scritta da un giovane candidato all'esame di maturità e mi colpì molto........

Ora ho piacere di trasmetterla a voi che leggete:


- Volevo il latte al seno e ho ricevuto il biberon

- Volevo dei genitori e ho ricevuto un giocattolo

- Volevo parlare e ho ricevuto un libro


- Volevo imparare e ho ricevuto pagelle


-Volevo pensare e ho ricevuto sapere


- Volevo una visione generale e ho ricevuto un'ideuzza
- Volevo essere libero e ho ricevuto una severa disciplina




- Volevo amare e ho ricevuto la morale

- Volevo una professione e ho ricevuto un'anonimo posto




- Volevo felicità e ho ricevuto danaro

- Volevo libertà e ho ricevuto un automobile 


- Volevo un senso e ho ricevuto una monotona carriera



- Volevo speranza e ho ricevuto paura




- Volevo cambiare e ho ricevuto compassione


-Volevo vivere ...............







Che ne pensate? Aspetto i vostri commenti!

lunedì 2 aprile 2012

2° RICORDI DI UN'INFANZIA CHE NON C'E' PIU'

EPISODI DI TANTO TEMPO FA  .........




(continua 2° episodio)

Vita coi nonni


I nonni abitano ora in un grande appartamento al secondo piano di un vecchio edificio, che molti anni prima
serviva da ufficio postale.

C'è una grande sala da pranzo con quattro finestre e una bella stufa di maiolica bianca; esternamente è ricoperta da tante belle mattonelle lavorate, la legna da un calore molto piacevole e scalda leggermente anche l'intera stufa. Spesso mi ci accuccio accanto e creo con la mente piccole storielle.....

      
Nella nuova abitazione ci sono cinque camere da letto e una grande stanza che serve da ambulatorio al nonno Fausto.
Egli è infatti un medico che cura il cuore e i polmoni, è  molto bravo ed è anche un " tutto fare!!!"
Con questo voglio dire che chiunque si presenti,  lui l'accoglie col sorriso sulla bocca, pronto a sentire i suoi disturbi, qualunque essi siano, dargli una cura e un consiglio.
Se sono persone indigenti poi, nonno non vuole soldi, anche se la nonna a volte brontola.... perché, nel primo dopoguerra, "i soldi non crescono di certo da soli nell'orto.....",  dice.
Così dalla porta, che rimane aperta per i pazienti, entrano sempre tante persone  e la casa è sempre piena di voci.

Dal piccolo terrazzino della cucina si vede il cortile e una parte di un orticello.
Tutte le case ne hanno uno, gli inquilini vi piantano qualcosa e dividono, da buoni amici, quello che cresce.
Anche il nonno cura l'orto, mette dei guantoni di gomma, non può rovinare le sue mani preziose e si
lamenta perché con questi non riesce a muovere bene le dita.
Ma gli torna subito il buon umore quando vede che le sue piantine d'insalata sono cresciute meglio di quelle del vicino.... e ne è molto orgoglioso.
Anch'io l'aiuto e mi piace molto, forse è per questo che oggi amo tanto il giardinaggio e le piante.


In fondo all'orto c'è un muro, non tanto  alto e dietro quel muro c'è il giardino di un'osteria, dove alla sera e alla domenica si riuniscono i soliti bevitori di birra alla spina, cantano a squarcia gola canzoni paesane e giocano a bocce, e.....bevono,  e..... bevono, e.... bevono....

Ogni tanto si sente un'imprecazione non molto elegante da chi ha perso la partita e io mi chiudo le orecchie per non sentire, così mi ha detto di fare la nonna.
Ma io sento lo stesso e imparo tante brutte parole, che non mi piacciono e che  non ho mai avuto il coraggio di pronunciare e, tornando ai tempi d'oggi, quando in classe i miei studenti mi chiedono: "Prof. ci insegni qualche parolaccia in tedesco", rispondo sempre di non saperne nemmeno una....  loro naturalmente non mi credono!

Forse il ricordo sguaiato di quegli intercalari ha fatto sì che nella mia vita mi sono sempre espressa senza usare parole volgari; quando però me ne scappa una, allora si fa il vuoto intorno a me perché sanno che la mia pazienza è scappata a gambe levate.....


Dal terrazzino si vede anche la torre di legno per le esercitazioni dei pompieri.
Ha le finestre finte e dall'alto pende ancora qualche corda dimenticata .
I  pompieri sono delle personalità e quando ci sono delle feste particolari sfilano nella loro divisa e tutti gli astanti applaudono calorosamente.
I nonni mi portarono una volta a vedere una loro esercitazione proprio sotto la torre.  C'era molta gente
accalcata ed io pensai che forse era meglio vedere il tutto dal mio terrazzino!



Il terrazzino è  diventato per me una seconda stanza, ci passo molte ore quando il tempo è clemente e mi diverto molto a guardare quello che succede tutt'intorno.

Al di là dell'orticello vedo una strada dove raramente passano delle macchine, ma quando passa quella del barone mi metto sulla punta dei piedi per vederla meglio....... è tutta nera e lucente; a me sembra grandissima  e mi piacerebbe tanto potermici sedere dentro e fare un giro, allora sì che mi pavoneggerei!!!

La macchina è del "barone", un tipo misterioso che non parla mai con nessuno, porta sempre abiti scuri ed un cappello nero con guanti  bianchi anche quando fa più caldo.
Ai piedi ha anche delle ghette bianche e lo si riconosce proprio da queste, quando passeggia solitario nella notte aiutandosi con il suo bastone.
Sembra non abbia amici, solo la vecchia governante, anche lei con un aspetto poco rassicurante.....


Entrambi abitano in un vecchio castello non molto lontano, nell'entroterra.

Questo castello ha la fama di essere posseduto dai fantasmi, voce che corre soprattutto fra noi bambini....
i grandi smentiscono ciò, forse per non farci avere paura.

Io mi ricordo però di averne visto uno:
sono con mia cugina Aziz e, una sera sull'imbrunire stiamo tornando da una passeggiata  lungo il viottolo che porta al "casone" (anche così viene chiamato il castello) quando, proprio lungo il muretto che circonda il piccolo cimitero della famiglia del "barone",  vediamo una figura bianca come avvolta in un lenzuolo che lascia un alone  tutto intorno a se..... come fosse bambagia .....
Siamo impietrite, non ci muoviamo, cerchiamo di allungare il passo verso casa, ma la figura bianca è ferma, non si muove, sembra che aspetti il momento adatto per avvolgerci nel suo lenzuola bianco....
La paura è tanta ma nello stesso tempo siamo affascinate da questa avventura e per noi la cosa più triste è quella che non potremo mai raccontarla ai Grandi, perché  ci prenderebbero solo in giro....
E così è stato.
Arrivate a casa facciamo finta di niente, anche quando la nonna trova fra i nostri capelli come della bambagia bianca..... e noi. pur sapendo benissimo da dove proveniva, stiamo zitte e manteniamo dentro quel segreto.......


Torno alla casa dei nonni; ho raccontato che essa ha cinque stanze, esse sono ai lati di un lungo corridoio che termina con uno stanzino con una finestrella in alto e una piccola luce nel mezzo.
In questo stanzino c' e ora una gabbia di legno abbastanza grande dove la nonna ha messo una gallina.
Questa gallina è stata regalata al nonno da dei contadini per sdebitarsi di diverse visite a domicilio, che il nonno aveva fatto ad un loro bimbo malato, visite che non avevano potuto pagare.

E' una gallina tutta speciale:  i contadini hanno detto che pone una, due uova tutti i giorni.
E' bella grassa, marrone e rossiccia, con molte piume e becca continuamente il mangime che le viene dato.
L'ho chiamata Pippa e adagio  adagio impara il suo nome, quando entro nello stanzino e sto con  lei per un po' di tempo, la chiamo in continuazione e alla fine mi sembra che capisca e mi guardi soddisfatta muovendo la sua testa con i piccoli occhietti gialli.


Per alcune mattine nonna ed io ci rechiamo nella stanzetta già con l'idea di farci un bell'uovo battuto con il caffè per colazione, anche  perché Pippa canta appena diviene chiaro!
"Gallina che canta ha fatto  l'uovo", dice il proverbio.... Ma di uova nemmeno l'ombra!
Pippa beve, becca, sta comoda sulla paglia ma di uova non ne appaiono.

Allora avviene quello che temevo da tempo: il nonno Fausto con voce severa, mentre siamo a tavola con uno striminzito pezzetto di carne, dice :" Se entro una settimana quella benedetta gallina non fa almeno un paio di uova, ce la mangiamo tutti allegramente!"

"Quell'allegramente" mi fa gelare il sangue più di tutta la frase...
Come posso "io" mangiare allegramente Pippa!!!!
Io, che quasi tutte le mattine pulisco la sua gabbia, la chiamo, le parlo, stando sempre bene attenta di non farla scappare dallo sportello che lascio un po' aperto per farle piacere!
Pippa, che oramai riconosce i miei passi, la mia voce e la mia figura!

Pensa e ripensa, mi viene una brillante idea: di nascosto al mattino molto presto, in punta di piedi per non svegliare tutta la famiglia, vado in cucina e prendo dal secchio un uovo bello grosso fra tutti quelli conservati nella calce, uova che la nonna mette sempre in autunno, prima che venga il freddo.
Lo lavo molto bene, lo asciugo. Vado dalla Pippa e metto, con molta attenzione l'uovo sulla paglia.....


Me ne torno sempre in punta di piedi a letto aspettando gli eventi.....

Il nonno fa colazione con me e improvvisamente sentiamo urlare la nonna dallo stanzino:  " Papi - così chiama il nonno - la gallina ha fatto finalmente un bell'uovo!"

Io sinceramente mi sento un  po' in difetto per quella "marachella", ma mi sento anche subito perdonata perché ho fatto una buona azione.
Almeno per ora ho salvato la vita alla Pippa, alla mia gallina che non fa le uova.....


Ritorno alla casa dei nonni: dalla sala si vede benissimo il Duomo.
L'arcivescovo è  per me vecchio anzi vecchissimo, io gli do almeno centoventi anni!
Spesso è lui che dice messa,  io  non capisco niente quando predica e anche il nonno sorride ogni tanto pensando che forse ha bisogno di una dentiera nuova....
Tutta la famiglia si confessa da lui, così, sentendoci poco, assolve velocemente sempre tutti con un "Vai in pace"!

Il Duomo invece è molto bello, ha delle vetrate enormi, tutte decorate ed io passo il tempo della messa guardandole e fantasticando sulle figure colorate che lì sono rappresentate.
C'e anche la raffigurazione dell'inferno, ed io ripenso all'uovo.... ma poi rivolgo subito lo sguardo verso le immagini del paradiso convinta che quello sarà il mio posto e magari anche quello della Pippa.

Intorno al duomo c'è un muro tutto pieno di edera con migliaia di formichine che vanno su e giù.
Al nonno Fausto piace molto dopo il pranzo, prima di riprendere le visite pomeridiane andare oltre quel muretto e riposare fumandosi una sigaretta all'ombra di un bell' albero. Il vescovo lo conosce bene e non dice mai nulla.

Così il nonno prende la sua scatoletta di tabacco, la mette in tasca e il suo sgabellino pieghevole con un bel sedile di cuoio e tre gambe di legno lucido sotto il braccio e ci incamminiamo verso il giardino.
Qui è tutto un fiore, c'è anche un piccolo albero di limoni. Resto incantata, perchè fino ad allora non avevo mai visto un vero albero di limoni fiorito!


Stupendo!
Dopo aver aperto il suo sgabellino, il nonno si fa una sigaretta con molta cura, mette il tabacco nella cartina bianca trasparente, la arrotola, la lecca di lato e la chiude con altrettanta cura. Accende soddisfatto la sua sigarettina e con un viso sereno se la fuma a boccate lente: tutt'intorno c'è ora un buon odore di tabacco.
Io sono seduta sul prato accanto a lui e quel silenzio che ci circonda mi conquista..... si sentono solo cinguettare gli uccellini nascosti fra i rami degli alberi.  

(Fine secondo episodio) 

Quanto scritto, sia nel mio primo blog (Antoinette Charlemont) sotto lo stesso titolo ( primo episodio), sia nel secondo qui sopra riportato che nei prossimi sullo stesso argomento, esprime l'ingenuità e le mie emozioni  di quando ero piccola e sono state da me rispettate riportando il ricordo con una semplicità infantile nel raccontare i vari momenti felici da me allora vissuti.