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lunedì 2 aprile 2012

2° RICORDI DI UN'INFANZIA CHE NON C'E' PIU'

EPISODI DI TANTO TEMPO FA  .........




(continua 2° episodio)

Vita coi nonni


I nonni abitano ora in un grande appartamento al secondo piano di un vecchio edificio, che molti anni prima
serviva da ufficio postale.

C'è una grande sala da pranzo con quattro finestre e una bella stufa di maiolica bianca; esternamente è ricoperta da tante belle mattonelle lavorate, la legna da un calore molto piacevole e scalda leggermente anche l'intera stufa. Spesso mi ci accuccio accanto e creo con la mente piccole storielle.....

      
Nella nuova abitazione ci sono cinque camere da letto e una grande stanza che serve da ambulatorio al nonno Fausto.
Egli è infatti un medico che cura il cuore e i polmoni, è  molto bravo ed è anche un " tutto fare!!!"
Con questo voglio dire che chiunque si presenti,  lui l'accoglie col sorriso sulla bocca, pronto a sentire i suoi disturbi, qualunque essi siano, dargli una cura e un consiglio.
Se sono persone indigenti poi, nonno non vuole soldi, anche se la nonna a volte brontola.... perché, nel primo dopoguerra, "i soldi non crescono di certo da soli nell'orto.....",  dice.
Così dalla porta, che rimane aperta per i pazienti, entrano sempre tante persone  e la casa è sempre piena di voci.

Dal piccolo terrazzino della cucina si vede il cortile e una parte di un orticello.
Tutte le case ne hanno uno, gli inquilini vi piantano qualcosa e dividono, da buoni amici, quello che cresce.
Anche il nonno cura l'orto, mette dei guantoni di gomma, non può rovinare le sue mani preziose e si
lamenta perché con questi non riesce a muovere bene le dita.
Ma gli torna subito il buon umore quando vede che le sue piantine d'insalata sono cresciute meglio di quelle del vicino.... e ne è molto orgoglioso.
Anch'io l'aiuto e mi piace molto, forse è per questo che oggi amo tanto il giardinaggio e le piante.


In fondo all'orto c'è un muro, non tanto  alto e dietro quel muro c'è il giardino di un'osteria, dove alla sera e alla domenica si riuniscono i soliti bevitori di birra alla spina, cantano a squarcia gola canzoni paesane e giocano a bocce, e.....bevono,  e..... bevono, e.... bevono....

Ogni tanto si sente un'imprecazione non molto elegante da chi ha perso la partita e io mi chiudo le orecchie per non sentire, così mi ha detto di fare la nonna.
Ma io sento lo stesso e imparo tante brutte parole, che non mi piacciono e che  non ho mai avuto il coraggio di pronunciare e, tornando ai tempi d'oggi, quando in classe i miei studenti mi chiedono: "Prof. ci insegni qualche parolaccia in tedesco", rispondo sempre di non saperne nemmeno una....  loro naturalmente non mi credono!

Forse il ricordo sguaiato di quegli intercalari ha fatto sì che nella mia vita mi sono sempre espressa senza usare parole volgari; quando però me ne scappa una, allora si fa il vuoto intorno a me perché sanno che la mia pazienza è scappata a gambe levate.....


Dal terrazzino si vede anche la torre di legno per le esercitazioni dei pompieri.
Ha le finestre finte e dall'alto pende ancora qualche corda dimenticata .
I  pompieri sono delle personalità e quando ci sono delle feste particolari sfilano nella loro divisa e tutti gli astanti applaudono calorosamente.
I nonni mi portarono una volta a vedere una loro esercitazione proprio sotto la torre.  C'era molta gente
accalcata ed io pensai che forse era meglio vedere il tutto dal mio terrazzino!



Il terrazzino è  diventato per me una seconda stanza, ci passo molte ore quando il tempo è clemente e mi diverto molto a guardare quello che succede tutt'intorno.

Al di là dell'orticello vedo una strada dove raramente passano delle macchine, ma quando passa quella del barone mi metto sulla punta dei piedi per vederla meglio....... è tutta nera e lucente; a me sembra grandissima  e mi piacerebbe tanto potermici sedere dentro e fare un giro, allora sì che mi pavoneggerei!!!

La macchina è del "barone", un tipo misterioso che non parla mai con nessuno, porta sempre abiti scuri ed un cappello nero con guanti  bianchi anche quando fa più caldo.
Ai piedi ha anche delle ghette bianche e lo si riconosce proprio da queste, quando passeggia solitario nella notte aiutandosi con il suo bastone.
Sembra non abbia amici, solo la vecchia governante, anche lei con un aspetto poco rassicurante.....


Entrambi abitano in un vecchio castello non molto lontano, nell'entroterra.

Questo castello ha la fama di essere posseduto dai fantasmi, voce che corre soprattutto fra noi bambini....
i grandi smentiscono ciò, forse per non farci avere paura.

Io mi ricordo però di averne visto uno:
sono con mia cugina Aziz e, una sera sull'imbrunire stiamo tornando da una passeggiata  lungo il viottolo che porta al "casone" (anche così viene chiamato il castello) quando, proprio lungo il muretto che circonda il piccolo cimitero della famiglia del "barone",  vediamo una figura bianca come avvolta in un lenzuolo che lascia un alone  tutto intorno a se..... come fosse bambagia .....
Siamo impietrite, non ci muoviamo, cerchiamo di allungare il passo verso casa, ma la figura bianca è ferma, non si muove, sembra che aspetti il momento adatto per avvolgerci nel suo lenzuola bianco....
La paura è tanta ma nello stesso tempo siamo affascinate da questa avventura e per noi la cosa più triste è quella che non potremo mai raccontarla ai Grandi, perché  ci prenderebbero solo in giro....
E così è stato.
Arrivate a casa facciamo finta di niente, anche quando la nonna trova fra i nostri capelli come della bambagia bianca..... e noi. pur sapendo benissimo da dove proveniva, stiamo zitte e manteniamo dentro quel segreto.......


Torno alla casa dei nonni; ho raccontato che essa ha cinque stanze, esse sono ai lati di un lungo corridoio che termina con uno stanzino con una finestrella in alto e una piccola luce nel mezzo.
In questo stanzino c' e ora una gabbia di legno abbastanza grande dove la nonna ha messo una gallina.
Questa gallina è stata regalata al nonno da dei contadini per sdebitarsi di diverse visite a domicilio, che il nonno aveva fatto ad un loro bimbo malato, visite che non avevano potuto pagare.

E' una gallina tutta speciale:  i contadini hanno detto che pone una, due uova tutti i giorni.
E' bella grassa, marrone e rossiccia, con molte piume e becca continuamente il mangime che le viene dato.
L'ho chiamata Pippa e adagio  adagio impara il suo nome, quando entro nello stanzino e sto con  lei per un po' di tempo, la chiamo in continuazione e alla fine mi sembra che capisca e mi guardi soddisfatta muovendo la sua testa con i piccoli occhietti gialli.


Per alcune mattine nonna ed io ci rechiamo nella stanzetta già con l'idea di farci un bell'uovo battuto con il caffè per colazione, anche  perché Pippa canta appena diviene chiaro!
"Gallina che canta ha fatto  l'uovo", dice il proverbio.... Ma di uova nemmeno l'ombra!
Pippa beve, becca, sta comoda sulla paglia ma di uova non ne appaiono.

Allora avviene quello che temevo da tempo: il nonno Fausto con voce severa, mentre siamo a tavola con uno striminzito pezzetto di carne, dice :" Se entro una settimana quella benedetta gallina non fa almeno un paio di uova, ce la mangiamo tutti allegramente!"

"Quell'allegramente" mi fa gelare il sangue più di tutta la frase...
Come posso "io" mangiare allegramente Pippa!!!!
Io, che quasi tutte le mattine pulisco la sua gabbia, la chiamo, le parlo, stando sempre bene attenta di non farla scappare dallo sportello che lascio un po' aperto per farle piacere!
Pippa, che oramai riconosce i miei passi, la mia voce e la mia figura!

Pensa e ripensa, mi viene una brillante idea: di nascosto al mattino molto presto, in punta di piedi per non svegliare tutta la famiglia, vado in cucina e prendo dal secchio un uovo bello grosso fra tutti quelli conservati nella calce, uova che la nonna mette sempre in autunno, prima che venga il freddo.
Lo lavo molto bene, lo asciugo. Vado dalla Pippa e metto, con molta attenzione l'uovo sulla paglia.....


Me ne torno sempre in punta di piedi a letto aspettando gli eventi.....

Il nonno fa colazione con me e improvvisamente sentiamo urlare la nonna dallo stanzino:  " Papi - così chiama il nonno - la gallina ha fatto finalmente un bell'uovo!"

Io sinceramente mi sento un  po' in difetto per quella "marachella", ma mi sento anche subito perdonata perché ho fatto una buona azione.
Almeno per ora ho salvato la vita alla Pippa, alla mia gallina che non fa le uova.....


Ritorno alla casa dei nonni: dalla sala si vede benissimo il Duomo.
L'arcivescovo è  per me vecchio anzi vecchissimo, io gli do almeno centoventi anni!
Spesso è lui che dice messa,  io  non capisco niente quando predica e anche il nonno sorride ogni tanto pensando che forse ha bisogno di una dentiera nuova....
Tutta la famiglia si confessa da lui, così, sentendoci poco, assolve velocemente sempre tutti con un "Vai in pace"!

Il Duomo invece è molto bello, ha delle vetrate enormi, tutte decorate ed io passo il tempo della messa guardandole e fantasticando sulle figure colorate che lì sono rappresentate.
C'e anche la raffigurazione dell'inferno, ed io ripenso all'uovo.... ma poi rivolgo subito lo sguardo verso le immagini del paradiso convinta che quello sarà il mio posto e magari anche quello della Pippa.

Intorno al duomo c'è un muro tutto pieno di edera con migliaia di formichine che vanno su e giù.
Al nonno Fausto piace molto dopo il pranzo, prima di riprendere le visite pomeridiane andare oltre quel muretto e riposare fumandosi una sigaretta all'ombra di un bell' albero. Il vescovo lo conosce bene e non dice mai nulla.

Così il nonno prende la sua scatoletta di tabacco, la mette in tasca e il suo sgabellino pieghevole con un bel sedile di cuoio e tre gambe di legno lucido sotto il braccio e ci incamminiamo verso il giardino.
Qui è tutto un fiore, c'è anche un piccolo albero di limoni. Resto incantata, perchè fino ad allora non avevo mai visto un vero albero di limoni fiorito!


Stupendo!
Dopo aver aperto il suo sgabellino, il nonno si fa una sigaretta con molta cura, mette il tabacco nella cartina bianca trasparente, la arrotola, la lecca di lato e la chiude con altrettanta cura. Accende soddisfatto la sua sigarettina e con un viso sereno se la fuma a boccate lente: tutt'intorno c'è ora un buon odore di tabacco.
Io sono seduta sul prato accanto a lui e quel silenzio che ci circonda mi conquista..... si sentono solo cinguettare gli uccellini nascosti fra i rami degli alberi.  

(Fine secondo episodio) 

Quanto scritto, sia nel mio primo blog (Antoinette Charlemont) sotto lo stesso titolo ( primo episodio), sia nel secondo qui sopra riportato che nei prossimi sullo stesso argomento, esprime l'ingenuità e le mie emozioni  di quando ero piccola e sono state da me rispettate riportando il ricordo con una semplicità infantile nel raccontare i vari momenti felici da me allora vissuti.   



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