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martedì 19 giugno 2012

LE BELLISSIME SIGNORE....IN GIALLO

Le "signore in giallo", con i loro  fiori dorati, segnano il passaggio dalla stagione invernale a quella primaverile, e imparando a conoscerle, ci renderanno gioiose anche le ultime giornate fredde.
Ora che siamo praticamente in estate, abbiamo tutto il tempo per decidere poi, dopo le vacanze,  quale fiore fare nostro e  dedicargli le nostre cure.

Il gelsomino, un fiore generoso per natura

                               


E' chiamato anche il gelsomino di S. Giuseppe o gelsomino d'inverno, perché inizia a fiorire quando molte piante sono ancora in dormienza.

Appare all'improvviso, quando meno te lo aspetti, con la temperatura ancora rigida e le giornate brevi.

Originario della Cina, questo arbusto sarmentoso a foglie caduche è composto da un intrico di rametti verde scuro. Verso la fine dell'inverno regala una splendida fioritura, con miriadi di fiorellini dorati che si aprono prima delle foglie.

Cresce rapidamente e si sviluppa con generosità. Potete tenerlo sul vostro terrazzo: può raggiungere anche i tre metri di altezza. Io ne possiedo uno ed è una gioia vedere quella macchia gialla, alquanto fuori stagione, mentre mangiamo in sala!

Se si vuole dargli una forma compatta, è meglio potarlo subito dopo la fioritura, se invece preferite lasciarlo libero e selvaggio, basterà appoggiarlo ad un robusto sostegno oppure usarlo come tappezzante sul muro a secco.

Ha poche esigenze, cresce bene in qualsiasi terreno, prediligendo però quelli mediamente compatti, che contengono sabbia, limo e argilla.
Gli piace il sole, ma fiorisce anche a mezz'ombra.

Come ho detto sopra è una pianta adatta ai terrazzi, non teme il freddo, e non ha bisogno di innaffiature frequenti.


Per evitare che cresca in modo disordinato, va potato  ogni 3/4 anni, eliminando  i rametti secchi e tagliando gli altri ca 15 cm da terra.



La forsizia, nuvole di allegria




Se il gelsomino d'inverno è ideale per abbellire le balaustre, i muretti e i terrazzi, fra le siepi dominano le forsizie.


Esse sono chiamate così in onore di  William Forsyth (1737-18o4), botanico scozzese, giardiniere di Re Giorgio II e membro fondatore della Royal Horticultural Society.


Queste piante allegre e resistenti sbocciano anch'esse a fine inverno con nuvole di fiori.

La specie più nota è la Forsytia x intermedia, un ibrido di Forsytia suspensa e Forsytia viridissima (entrambe originarie della Cina).

E' una pianta rustica, che tollera lo smog e regge bene sia i rigori dell'inverno che la calura dell'estate. 
Grazie alla sua resistenza all'inquinamento, è senza dubbio uno degli arbusti più adatti a vivere nei giardini della città.

Le forsizie amano il sole, quindi evitate di metterle all'ombra, potreste rimanere delusi dalla scarsiutà dei suoi fiori.
Crescono in qualsiasi tipo di terreno, ma patiscono sia l'eccesso d'acqua, che nei vasi può creare dannosi ristagni, sia la siccità prolungata.


Meglio quindi coltivarle in substrato ricco e ben drenato e bagnarle con una certa regolarità.

La potatura si effettua solo dopo la fioritura, accorciando i rami sfioriti ed eliminando quelli senza gemme.



La mimosa, il fiore per festeggiare la donna!




Subito dopo le forsizie arrivano le delicate mimose.


Appartenenti al genere delle acacie, che raggruppa circa 450 specie, queste piante sono native delle regioni tropicali dell'Africa e Australia, dove sono il simbolo floreale della nazione.

Si racconta che Cook e i suoi compagni di viaggio, quando nella seconda metà del 700 arrivarono  in vista delle coste australiane, rimasero incantati dalle acacie in fiore.

In Europa le mimose vivono bene nelle ragioni mediterranee e sui laghi, dove il clima è mite.

La specie più conosciuta è Acacia dealbata, chiamata anche mimosa dei fioristi.
Proprio quella che, l'8 marzo, con i suoi rametti grigio-verdi carichi di boccioli, è simbolo della Festa della donna.


Vi sono anche altre varietà, forse meno comuni, ma di grande bellezza. Fra queste la più raffinata è Clair de lune, con il suo alone di stelline che ricorda proprio un romantico chiaro di luna.






Il loro terreno ideale è ricco e permeabile. 
Al momento della piantumazione meglio fare una buona buca abbastanza profonda e dare alle piante giovani annaffiatura regolare e buona concimazione, con letame maturo o concime bilanciato con azoto, fosforo e potassio.


Per mitigare  il rischio  di gelate, è bene piantarle in angoli riparati dal vento, addossandole a un muro esposto a mezzogiorno :  saranno  protette dal freddo e dal pericolo di scosciature sul fogliame se dovesse nevicare.


Il gelo può danneggiare i rami più esposti, ma l'anno successivo dal tronco nasceranno nuovi getti.


La potura, leggera, va fatta dopo la fioritura.




La curiosità


La Mimosa pudica, ovvero l'arte (rosa) di scomparire




Negli orti botanici e nei garden, capita di vedere una delicata mimosa rosa. Sensibilissima, con foglie sottili e minute che si ripiegano su se stesse appena qualcuno le sfiora, la Mimosa pudica  si difende dai pericoli con uno stratagemma.

Basta un colpo d'aria o una porta che sbatte a suscitare la ritrosia di questa pianta sensitiva.


Nei paesi tropicali, dove è una specie autoctona apprezzata dal bestiame, si assiste ad una metamorfosi curiosa: quando le mandrie si accostano ai campi di mimose, queste si traformano all'improvviso in sterpeti senza vita.
Non appena le bestie se ne vanno, le piante si rianimano e in pochi minuti riacquistano bellezza e turgore.





Il colore giallo nei fiori




Derivato dai carotenoidi, pigmenti presenti sin dai tempi remoti nei tessuti vegetali, il giallo è con ogni probabilità il più antico dei colori.


Insieme con il profumo, era l'elemento più riconoscibile dai primi insetti impollinatori, non ancora dotati di strutture ottiche perfezionate.
Così botanici ed entomologi spiegano l'esplosione di questa tintarella solare che, tra febbraio e marzo,
inonda prati e giardini.

Per la verità si comincia ancora prima, a gennaio con la fioritura del


calicanto
.


Per la fragranza dei suoi calicetti dall'aspetto ceroso, che contornano di giallo tenue il cuore vermiglio del fiore, il Chimonanthus praecox, che in greco significa "fiore d'inverno", merita un posto d'onore vicino alla casa.

L' essenza, simile a quella del giacinto,  si diffonde oltre che dai  fior, dalla stessa corteccia, quasi a richiamare con insistenza gli insetti.


L'amamelide (Hamamelis mollis)




E' un cespuglio davvero singolare che illumina i giardini fra gennaio e febbraio con le sue strane corolle dorate.

In Francia e in Gran Bretagna viene chiamato Nocciolo delle streghe per la forma dei fiori che, riuniti a nastri, ricordano la testa scarmigliata di una strega.




Le maonie (Mahonia aquifolium)




Sono arbusti facilissimi, con tre caratteristiche interessanti: la ricca fioritura, con tanti boccioli gialli riuniti in folti racemi, le bacche autunnali  molto decorative azzurro cobalto e le foglie che d'inverno prendono piacevoli sfumature ramate.








Primule, ranuncoli o botton d'oro, tarasacchi o denti di leone










Dai tarasacchi si originano i famosi soffioni!










Ma all'inizio della primavera il giallo invade anche i prati e i campi che si riempiono dei fiori di cui qui sopra le immagini. 




Penso che ora - grazie anche al mensile "News" osserviate con più attenzione le macchie gialle che vi si presentano e con soddisfazione potrete dire anche i loro nomi e un po' della loro storia.

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