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domenica 27 maggio 2012

5. RICORDI DI UN'INFANZIA CHE NON C'E' PIU'

Sono ancora qui coi miei ricordi d'infanzia.  Sono tutti nel mio cuore e sono felice di riuscire a trasmetterveli, sempre che vogliate leggerli!......


5° Episodio


Lascio le bellissime Feste Natalizie alle spalle, sono passate tanto in fretta!| Purtroppo.....

La vita coi nonni riprende normalmente e serenamente.

La porta vicina  a quella della grande cucina, è quasi sempre chiusa. 
E davanti a questa porta, quando è sabato, c'è una piccola catasta di legna, tutta tagliata uguale. 
Al nonno piace tagliare la legna: prima la sega in pezzi tutti pressapoco della stessa misura, poi la mette una per volta sul tocco in piedi e, con un  colpo sicuro di accetta, la spacca per il lungo.


Dopo averla accatastata, la ripone ordinatamente nella stanzetta accanto alla cucina: servirà per un lungo tempo per scaldarci.

La grande e spaziosa stanza da bagno dei miei nonni è per me un'attrazione: fra le tante cose c'è un enorme scaldabagno di rame. 
Esso si trova in piedi sopra una stufa di ferro, nella quale si butta la legna per scaldare l'acqua. E' forse la stanza più calda della casa dove mi rifugio spesso.
A fianco c'è una buffa vasca da bagno di ferro con quattro piedini che sbucano ai quattro lati, ogni tanto mi ci sdraio dentro con una coperta e la mia bambola e fantastico inventandomi le storie più disparate.


Purtroppo questa vasca da bagno mi ricorda sempre un fatto molto triste che mi successe un paio di anni addietro.

Dovete sapere che in piazza una volta all'anno si tiene una fiera di S. Francesco, dove benedicono tutti gli animali e ne vendono o ne regalano di ogni genere e di ogni razza.
Naturalmente io ci vado sempre con la nonna e il nonno. Per me è una gioia vedere tutti quegli animali che aspettano la benedizione del Vescovo: i contadini con le mucche, gli asini, i cavalli da tiro, le pecore, i conigli, le oche e anche le galline con i pulcini;  i cittadini con i gatti, i cani, gli uccellini in gabbia, le tartarughe di terra e le tartarughine d'acqua.


Le tartarughe.....
In un angolo della piazza c'è un tale con una scatola enorme piena di tartarughe di tutte le dimensioni
accovacciate sopra foglie d'insalata fresca che attira l'attenzione mia e di molte altre persone: " regalo tartarughe piccole e grandi, accorrete fintanto che ce ne sono!", urla il tale.

Naturalmente la mia preghiera ai nonni è di averne una. Abbiamo già un bellissimo cane lupo di nome Pier, quindi non posso pretendere di avere  un gatto, ma una tartaruga non litiga certamente col cane e poi Pier è dolcissimo e io sono convinta che accoglierebbe in casa qualunque animale.

Veramente non devo lottare molto per averne una: la prendo bella grossa, con begli occhi vispi, le zampette sono perfette e anche il carapace è perfetto con bellissime striature marrone chiaro e scuro.


Felicissima, la porto a casa, prendo un po' di legna dalla catasta del nonno, le faccio una specie di reticolato basso e bello ampio perché possa avere spazio per muoversi e le metto delle foglie d'insalata come ho visto al mercato. La metto nella stanza da bagno, dove c'è tanto posto.

La chiamo Etel.


Etel vive benissimo, la saluto tutte le mattine con Pier, perché si possano conoscere bene...  e non si facciano dispetti...

Passano i mesi, una mattina mi alzo, chiamo Pier e vado con lui a salutare Etel, come faccio di solito! Ma......Etel non è nel reticolato......
Nonna, grido! Cerchiamo tutti da tutte le parti, niente... Eppure non può essere andata chissà dove...
Sono disperata, la chiamo, la richiamo e poi stanchi smettiamo le ricerche....

Potete immaginare: ogni giorno continuo le ricerche e la chiamo per tutta la casa, ma sempre inutilmente...

Fin quando una mattina al nonno viene in mente di guardare sotto la vasca da bagno, quella coi piedini....Etel è incastrata tra il pavimento e la vasca e....... non si muove più...... 


Non vado più in bagno nella vasca a giocare con la coperta e la bambola, mi sono scelta un altro posto. Per me è troppo triste quel ricordo.
L'abbiamo sepolta nel cimitero per piccoli animali e sopra ci abbiamo messo un bel sasso grande e un legnetto con sopra il nome "Etel".







segue Episodio 6°



mercoledì 23 maggio 2012

CAMMINARE PER LA NOSTRA CITTA'

Passeggiando per la nostra città


Il titolo di questo mio "post" si riferisce a Milano perché io abito qui, ma ciò che vado scrivendo è dedicato a tutte le persone che abitano qualunque città d'Italia o, perché no, anche  qualunque altro Paese.


Premetto che mi piace molto passeggiare per le strade della mia città, soprattutto la domenica o il lunedì mattina, quando i luoghi sembrano quasi disabitati.

Ultimamente ho letto un bellissimo articolo, da cui prendo lo spunto, di Benedetta Tobagi, che parla appunto del bello di scoprire la propria città.
Avete mai preso la metrò, il bus o il tram, siete mai scesi ad una fermata qualunque, così senza alcuna meta e avete cominciato a passeggiare senza fretta, come fa tendenzialmente tutta la gente?

Provatelo, vi garantisco è un'esperienza unica. E' un piacere raro, ci si sente liberi come quasi camminare nella natura. 

Alcuni di voi mi direbbero che il lunedì mattina vanno al lavoro, ma allora non importa: andate controcorrente, non prendete i mezzi, andate al lavoro a piedi!
Eviterete gli ingorghi, e sarete liberi dallo stare gomito a gomito con la folla dei mezzi pubblici. E se siete molto lontano dal posto di lavoro, lasciate la macchina, o scendete dal mezzo due o tre fermate prima e continuate a piedi.

Dice Benedetta: "Camminare è liberatorio perché obbliga a sintonizzarci col proprio ritmo interno: il corpo torna a esistere accanto ad orari e scadenze imposte da fuori. " 




Mentre io cammino, alzo lo sguardo e vedo palazzi bellissimi, che non ho mai notato e mi fermo, li guardo attentamente nei loro particolari  e libero l'ansia che c'è in me.

Proprio l'altro ieri, durante una di queste mie passeggiate, ho visto la facciata di un palazzo in una via abbastanza centrale ricoperta completamente di glicine: un profumo e una meraviglia unici!
Mi sono fermata per un bel po' di tempo davanti a questi fiori ,che scendevano dal tetto quasi fino a terra,   sono riuscita a pensare a quanto sia bella la natura, proprio come se improvvisamente il mio cervello si fosse aperto alla bellezza di una cosa nuova.



Cammino, aumento il passo, rallento, torno indietro, sono libera di fare quello che mi ispira in quel momento e vedo le cose in modo diverso e anche quando ritorno a casa il mio spirito è molto più aperto agli altri.






mercoledì 16 maggio 2012

IL PROFUMO DELLA CARTA STAMPATA!

SALONE DEL LIBRO 2012


Il 2012 è stato un compleanno importante per il Salone del Libro a Torino, ben 25 anni!
Ma quanto sto per scrivere non tratta del  " Salone del libro", ma quest'ultimo è stato per me un punto di forte riflessione.


Sin da piccola ho amato il profumo che emanavano i libri freschi di stampa. 
Mi ricordo che dopo l'acquisto di un libro da parte della mamma, la prima cosa che facevo, uscite dalla libreria era quella di aprire il libro e mettere fra le sue pagine il mio....naso! ed esclamare : "Uhm, che buon odore!|
Anche quando ricevevo i libri di scuola nuovi, aprendoli,  provavo la stessa piacevole sensazione!
Posseggo molti libri, ho sempre letto tanto e con frequenza, appena avevo un po' di tempo libero prima e, ora che sono in pensione, ogni giorno un paio d'ore.
Ho sempre comprato molti libri e me ne sono fatta regalare altrettanti.
Papà mi diceva : "Non ti ho mai visto senza un libro in mano".......
Merito della mamma che ha tre anni mi ha insegnato a leggere.

Il Natale di circa due anni fa però, ho trovato "sotto l'albero" un regalo di Matteo, che se proprio voglio dire quello che penso, questo regalo è stato anche fatto a se stesso : un bellissimo E- book della Sony contenente già un numero elevato di libri.

Perché dico " un regalo  anche per lui?"
Per il semplice fatto che quando in estate andiamo prima al mare e poi in montagna, la mia valigia contiene più libri che attrezzatura per la vacanza.... mentre con l'E-book........problema risolto.

Adesso siamo giunti alla mia riflessione, che mi piacerebbe tanto essere condivisa:

Si sa che oggi giorno la tecnologia è sempre più importante in tutto: nelle scelte, negli acquisti, nella vita stessa. Moltissimi di noi vivono in rete e questo cambiamento investe naturalmente anche il libro cartaceo.
Il direttore del  "Salone del libro "  afferma di non vedere opposizione tra il cartaceo e il digitale, ma che si tratta solo di traghettare tra queste due epoche . Infatti quest'anno il Salone è stato dedicato alla Primavera digitale.


Ora io mi chiedo : "ho perso qualcosa con in mano l'E-book e non un libro col suo profumo di carta stampata?" 


Riconosco che portarmi dietro un piccolo oggetto che non occupa posto, che posso leggere comodamente anche in Metrò nei percorsi lunghi, addirittura anche in piedi, sia molto più comodo del grosso tomo!
Però....... il libro come l'ho conosciuto nel corso della mia vita fino ad oggi  mi manca! e quando ho in mano il libro digitale lo sento freddo, anonimo come fosse un "robot" senz'anima!


Mi mancano le copertine lucide e colorate, mi manca lo sfogliare delle pagine, mi manca il  volume fra le mani,  ma poi penso che ogni cosa nuova viene accolta  quasi da tutti con un po' di ostilità.

Non ho abbandonato tutti i miei libri, assolutamente.
Guardo la mia libreria con orgoglio e, da quel Natale di due anni fa, ora spolvero IO tutti i libri come per coccolarli e dire loro che sono sempre una loro affezionata amica.







  

  



giovedì 10 maggio 2012

4° RICORDI DI UN'INFANZIA CHE NON C'E' PIU'

EPISODI  DI TANTO TEMPO FA.....




(4° Episodio)
Ho terminato il 3° episodio esprimendo l'ansia in attesa del 24 dicembre ..... vigilia di Natale dai nonni.




E' "Vigilia"  di Natale :  mi sveglio, ancora nel calduccio del mio letto cerco di ascoltare i rumori che vengono dall'esterno, sento il rumore degli zoccoli di un cavallo, sento passi di scarpe con i chiodi, sento delle voci, non sento il "silenzio della neve".
Proprio così, quando nevica non si sente quasi nessun rumore, ed io avevo tanto sperato che oggi nevicasse... a me piace tanto la neve d'inverno, specialmente a Natale!



Già nel primo pomeriggio non posso più entrare nel salotto.

Tutta l'aria che mi circonda è invasa da un particolare profumo di dolci, misto a quello dell'abete e a quello delle candeline accese:
origlio da dietro la porta chiusa del salone..: voci impercettibili, fruscio di carte .....  
Vorrei già ora entrare, vedere, ma non si può prima delle 18, l'ora fatidica in cui arriva Babbo Natale coi suoi doni.  
Ora mi domando : "sarò stata abbastanza buona? Babbo Natale arriverà con la sua renna? Avrà ricevuto la mia letterina spedita ai primi di dicembre?  Avrà nel suo sacco proprio quella bambola che gli ho chiesto?

Il tempo sembra non passare mai, non riesco ad andare a fare qualcosa di diverso se non stare seduta lì davanti alla porta...

Sento l'orologio a cucù battere l'ora tanto attesa.
La porta del salone è ancora chiusa, però suonano già le prime note di "Stille Nacht": è la nonna che suona il piano.
Suona un campanellino...

Si apre finalmente la porta: Il profumo di abete e di cera mi avvolge, quante candeline colorate brillano sull'albero,  quante stelle, palle di vetro, dolcetti, angeli di marzapane, meline rosse, cuoricini, pupazzetti pendono dall'abete!

La stanza è al buio, solo le candeline la illuminano... e sotto l'albero primeggia la mia bambola!
Non ho quasi il coraggio di prenderla, è troppo bella ed è tutta per me!

Ci sono regali per tutti, ma il mio è il più bello.
Stasera, dopo la cena della Vigilia, potrò stare alzata fino a dopo la Messa di mezzanotte. E' l'unico giorno dell'anno che non devo andare a letto con le galline !!!!
Posso giocare con Rosli - così ho chiamato la mia bambola - e anche portarmela in Chiesa.
Sono sicura che tutti me la guarderanno e io già ora godo di quel momento.

La nonna termina di suonare " Stille Nacht " e allora tutti aprono i loro regali e io corro finalmente a prendere Rosli e me la stringo forte al petto.

Voci allegre si mettono intorno alla bellissima tavola,  imbandita proprio per la ricorrenza:
tovaglia e tovaglioli rossi, su ogni piatto un pensierino, come centrotavola der "Weihnachtskranz" (la corona di Natale fatta con gli aghi di pino), un mazzo di rose rosse regalate dal papà,  bicchieri di cristallo, posate d'argento -  ancora del corredo della nonna.....




 (Segue il 5° episodio)
   

martedì 8 maggio 2012

NON ROSE MA GAROFANI BIANCHI

FESTA     DELLA    MAMMA


Vi voglio raccontare oggi, 8 maggio -  giornata dedicata alla Mamma - le origini di questa Festa.

Perché non ROSE ma GAROFANI BIANCHI? 


Questa data venne festeggiata ufficialmente nel 1908 come la giornata che tutto il mondo avrebbe poi dedicato a  tutte le mamme del mondo.

Come potete notare essa ha origini antichissime:
si parla del culto mitologico dei Greci per Rhea, titanessa figlia di Urano e di Gaia, la Terra.

Come S. Valentino, la festa degli innamorati,  anche la festa della mamma arriva dagli USA.
Ma a differenza della festa degli innamorati, non è stata portata in auge dai produttori di cioccolatini.....

Il primo "Mother's Day" si deve ad Anna Jarvis del West Virginia, che l'8 maggio 1908 organizzò una giornata per ricordare il lavoro, la dedizione e le condizioni disagiate delle madri della sua comunità.




Sei anni dopo, la festa fu dichiarata  nazionale dal Congresso americano come " espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri e speranza per la pace",  grazie anche a pioniere del femminismo come la pacifista suffragetta di Boston Julia Ward Howe.


Tradizione civile e non religiosa, in Italia fu celebrata per la prima volta in chiesa, nel 1957, dal parroco del borgo umbro di Tordibetto (Assisi).






Allora il fiore che veniva regalato alla mamma era il garofano bianco, il preferito dalla fondatrice.


Quale era il modo di festeggiare allora?
Niente regali, ma portare la mamma al ristorante, affinché per un giorno non lavorasse in cucina e si riposasse felice con tutta la sua famiglia intorno.
Con l'occasione faccio gli auguri più sentiti a tutte le mamme che leggeranno il mio "post"!!
  

    
  



lunedì 7 maggio 2012

FESTA DELLA MAMMA 2012

Il mese di maggio è dedicato alla Madonna e di conseguenza a tutte le mamme del mondo.
Ho voluto anch'io pensare in modo particolare alla mia mamma, dedicarle questo mio scritto e un delicato mazzolino di fiori.
DEDICATO ALLA   MAMMA


Ciao mamma, 


mi piacerebbe venirti a trovare, 
mi piacerebbe stare ancora un po' con te
mentre serena ti riposi con in mano uno dei tuoi tanti libri.
Ti ricordi?
Dovevo avere dieci, forse dodici anni e
quando compravi un nuovo libro
bruciavo dalla frenesia
di aprire IO per prima il libro intonso
ed odorare quel profumo di stampa
che tanto mi attirava.....
Tu mi hai poi spiegato il significato di tante parole
e lì e nata la prima illusione, 
il pensiero che la vita può essere un incastro perfetto,
basta sempre usare le parole giuste
così proprio come fanno gli scrittori....


Ma la vita non è così..... e tu lo sapevi, vero mamma?
adesso lo so anch'io....


Mamma, mi piacerebbe telefonarti
per farti gli auguri nel giorno della tua Festa
per dirti la  frase che dicevo sempre: "ti voglio tanto bene!"
Per darti un regalino comprato una volta un po' di fretta
ma con tanto amore:
ti ricordi quel foulard? 
E quella boccettina piccola piccola di profumo?
E quella casetta con l'omino e la donnina
che segnavano il bello e il brutto tempo?


Particolarmente oggi mi piacerebbe parlarti,
raccontarti di adesso.
Sono diventata nonna da anni e 
ho spesso detto di te ai miei nipotini:
di come eri bella, di come mi coccolavi teneramente
proprio come faccio ora io con loro....




Mamma, vorrei tenere la mano nella tua
come tutte le volte in cui l'ho tenuta
tranne una....
quella volta che non c'era tempo di sfogliare
insieme un nuovo libro,
di andare a spasso nel parco,
di darci la mano per attraversare la strada......


o.... forse si
una strada da attraversare c'era.....
ma quella strada l'hai attraversata da sola....
io sono rimasta di qua per salutarti: "CIAO MAMMA!" 



martedì 1 maggio 2012

3.° RICORDI DI UN'INFANZIA CHE NON C'E' PIU'

EPISODI  DI TANTO TEMPO FA........


(3° episodio)
Vita coi nonni


Siamo nel periodo natalizio (avvento) , periodo che in Austria era ed è ancora molto sentito, anche nella preparazione della casa, degli addobbi, dei dolci. 
La casa è sempre profumata o di aghi di pino, o di fecola, o di farina di castagne,  o di zucchero caramellato o di altro.

Sono a spasso con il nonno, oggi  ha chiuso il suo  studio medico, si è preso un giorno di riposo," con sacro santo diritto",  ha detto la nonna.....
Infatti al nonno  si rivolgono tante persone, anche a volte per cose da poco, solo per sentire quella voce amica che riesce sempre a rincuorarli; e quando le persone non sono abbienti, anzi alcune famiglie sono proprio povere, il nonno con un sorriso al momento del commiato dice : "ci vediamo la prossima volta, state in salute!"

Bene, ora siamo vicino ai soliti giardini dove vado spesso anche con nonna, in un angolo c'è una piccola casetta, è quella del giardiniere che cura le piante e per guadagnare qualcosina in più vende anche i fiori.


Ci vede, fa un cartoccio con delle margherite gialle e me lo mette in mano....
"Buongiorno dottore, porti questi fiori alla sua Signora e me la saluti, di solito vedo lei qui nel giardino con la sua bella nipotina (e mi da una carezza), sta bene, vero?"
"Tutti bene, grazie a Dio" (naturalmente  in tedesco , espressione che sento dire tanto spesso  in casa e mi suona forse più  familiare - "Gott sei Dank!" - ) e continuiamo la nostra passeggiata tenendoci per mano.

Arriviamo a casa, la nonna è felice dei fiori, la sua casa è sempre piena di fiori, ne regalano molti al nonno...
E' da lei che ho imparato ad amarli tanto e già allora mi ripromisi che anche la mia casa sarebbe stata sempre con dei fiori.
Da mamma e papà a Milano i fiori ci sono solo nelle ricorrenze, " costano ancora troppo e ci sono spese più importanti", dice la mamma.
E' dai miei genitori che ho imparato a risparmiare e guardare in faccia alla realtà......

Come ho detto sopra, siamo nell' avvento, un periodo bellissimo per tutti, ma principalmente per noi bambini.
In sala da pranzo sull'armadio, vicino al pianoforte c'è la "candela dell'avvento". E' una candela speciale, molto grossa con segnati i giorni del mese di dicembre fino al 24!
La nonna la accende la sera prima che tutti vadano a letto e ogni giorno si brucia la data del giorno stesso, finchè si arriva in fondo alla candela ed è il giorno prima di Natale, tanto atteso..... la vigilia!




La vigilia in Austria è  con la messa di mezzanotte il momento clou del Natale, i  doni si aprono verso le 18 con una dolce merenda,  si mangia ancora verso le 22 qualcosina di leggero (il pranzo importante si fa il giorno di Natale)  e a mezzanotte tutta la famiglia si reca alla messa Santa.

Anch' io, sopra il mio letto nella mia cameretta, ho un "calendario dell'avvento". 
Me lo ha preparato la nonna, è molto bello:  è un quadrato di cartone diviso in caselline.
Ogni casellina ha la data  dall'1 dicembre fino al 24 dicembre, su ogni data è inserito un pupazzetto, delle palline colorate, degli alberelli  e altre cose inerenti la festa del Natale.

La mattina, appena mi sveglio, la gioia più grande è lo staccare il pupazzetto, conservarlo con cura e contare ancora quanti giorni mancano alla Festa Santa.

Con questo sistema a tre anni sapevo già contare e anche leggere! Tutto grazie a piccoli accorgimenti dei nonni e dei miei genitori.


I giorni passano lenti..... ma passano e arriva la sera nella quale è rimasta solo una casellina: quella del 24!!!! 
Non riesco ad addormentarmi...... l'ansia è troppo forte.


( il 4° episodio, sulla Festa del Natale in Austria, al prossimo post)